Lo specialista veste i panni di uno dei leader della Sandretto Basket. Cambiano i nomi dei campionati ma negli ultimi anni il nome di Filippo Alessandri c’è sempre e stavolta è incastonato nel roster della squadra di Reggiani che ha affidato al regista di Marsciano le chiavi della cabina di regia. Un anno importante a Montegranaro, la semifinale persa in gara-5 contro Rieti che poi è salita in A2, e ora il breve viaggio fino alle rive dell’Adriatico cercando di ripetere le stesse cifre tenute nella Poderosa magari migliorando il risultato di squadra. Le speranze ci sono e gli obbiettivi definiti, non resta che partire per questa nuova avventura con “Filo” Alessandri pronto a lottare per la nuova maglia fino alla fine.
Si sta per chiudere la preparazione in vista del campionato di una squadra tutta nuova . Come sono stati gli approcci con la nuova realtà ?
“Tutto è andato benone e questo primo periodo di stagione è pieno di segnali positivi. Il gruppo è nuovo ma già coeso e pieno di ottimi ragazzi e giocatori. Personalmente non ho avuto problemi, conoscevo praticamente tutti gli altri componenti della squadra avendoli incontrati negli anni durante la mia carriera. Si è già creata una buona chimica di squadra, logicamente siamo soltanto all’inizio di una lunghissima strada ma i primi passi sono stati sicuramente giusti e compiuti nel verso giusto.”
Sei giovane ma allo stesso tempo hai già maturato quell’esperienza necessaria per poter valutare anche l’operato di una Società. Come si sta muovendo secondo te la Sandretto che, è sempre doveroso ricordarlo, si affaccia per la prima volta a un palcoscenico del genere?
“Sicuramente non posso dire altro che bene per come si è mossa la Società. E’ anche nei piccoli dettagli e accorgimenti che si vede la bontà e l’operosità di una organizzazione che non ha forse grande esperienza ma non ha nulla da invidiare a chi è sul campo da tanti anni. Questo significa serietà e voglia di crescere.”
Finora le amichevoli giocate hanno sempre fatto vedere una Sandretto pimpante e in grado di tenere il passo contro qualunque avversario. Un buon segno in vista delle partite che conteranno?
“Le amichevoli lasciano sempre il tempo che trovano ma comunque le partite che abbiamo giocato hanno sempre dimostrato la bontà della nostra squadra. Non mi addentrerei tanto su questioni tecniche, non sono certo quelli i test che possono servire per giudicare una squadra, ma la cosa più importante è che posso già dire di far parte di una squadra senza forti egoismi, dove tutti spingono i compagni di squadra, anche dalla panchina si incita chi è in campo. Potrebbe essere un aspetto scontato all’interno di uno spogliatoio ma vi assicuro che non lo è affatto. Siamo un gruppo unito e umile nonostante tutti abbiamo esperienze anche in categorie superiori e abbiamo vinto campionati. Questo è un aspetto molto importante in ottica campionato.”
A livello personale cosa chiedi a questa nuova stagione?
“Non cerco niente di particolare a livello individuale. I miei obbiettivi sono gli stessi della squadra e del collettivo.”
La tua carriera. Gli esordi alla Virtus Siena, gli anni e le prime vittorie a Palestrina, poi Ferentino e il salto in A2 a Capo d’Orlando. In Sicilia un brutto infortunio ti ha tenuto per due mesi lontano dal campo e forse a quel punto è passato il treno che poteva consacrarti ai piani alti. Poi sei dovuto ripartire dalla “tua” Siena e sei comunque riuscito a riemergere con delle buone annate alla Virtus, Treviglio, Casalpusterlengo e poi Montegranaro. L’episodio ai tempi dell’Upea poteva affossarti ma sei riuscito a risalire da dove eri caduto, segno tangibile della tua tenacità. E’ questa la caratteristica del tuo carattere?
“A Capo d’Orlando ebbi una opportunità importante. Era il mio ultimo anno da under, una piazza importante dove potevo davvero compiere il grande salto. Purtroppo è andata così, e la sfortuna si è accanita contro il mio destino in quel momento. Però non mi sono mai abbattuto e una volta recuperato dall’infortunio mi sono rimboccato le maniche e sono ripartito proprio da dove tutto era iniziato. Ritengo di avere un carattere forte e grazie al mio temperamento sono riuscito a fare ottime stagioni, toccare di nuovo l’A2 e disputare una buona annata l’anno scorso in B.”
Una delle scommesse di quest’anno della Sandretto Basket è portare più gente possibile al Palarossini. Te la senti di fare un appello alla gente di Ancona per farla venire nel maggior numero possibile a vedere le nostre partite?
“Posso dire che noi ce la metteremo tutta per vincere ogni partita e far innamorare di questa maglia i sportivi di Ancona. Giochiamo per la Società, per noi stessi e speriamo anche per i tanti tifosi, vecchi e nuovi, che vorranno seguirci in questa grande avventura.”
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