Dopo la sconfitta subìta domenica scorsa contro Recanati, che ha lasciato ancora una volta la Robur Falconara Basket con l’amaro in bocca, la squadra si affaccia al delicato match di Urbania attraverso le parole di Andrea Nardini.
Pesarese DOC, giocatore fisico e talentuoso, “Nardo” è pronto al rientro, superato lo strappo muscolare che lo ha tenuto fuori dai giochi per oltre un mese e che ha costretto la Robur a rinunciare al suo metronomo e playmaker titolare.
D: Ciao Andrea! Dopo l’esperienza durata un anno a Riva Del Garda, che cosa ti ha spinto a tornare nelle Marche e a scegliere Falconara?
R: Ciao! A dirla tutta, il mio arrivo a Falconara è avvenuto molto in fretta e in maniera del tutto casuale. Loro cercavano un play che avesse determinate caratteristiche; io, nonostante mi fossi trovato molto bene a Riva del Garda, dove giocavo anche parecchio, avevo necessità di riavvicinarmi per dare priorità ad altri aspetti, principalmente lavorativi.
Il bel rapporto che mi lega a Nicola Catalani, ha portato lui a fare il mio nome a società ed allenatori e a mettermi in contatto con loro. Da quella telefonata è stato per naturale accettare ed eccomi qua.
D: Dopo un avvio molto convincente a livello personale, alla quinta giornata di Campionato giocata a Castelfidardo, ecco l’infortunio, che da subito è sembrato abbastanza importante e che ti ha costretto infatti a quaranta giorni di stop. Come ti senti oggi?
R: Un infortunio per chi gioca è sempre la cosa peggiore, di qualunque entità sia. Lo strappo, in particolar modo, rimane fastidioso perché non c’è modo di velocizzare i tempi di recupero e per me dover star fuori a guardare i miei compagni lottare stando fermo e a riposo, è stato parecchio frustrante.
In più l’infortunio è arrivato in un momento delicato, in cui avevamo appena salutato Ciampaglia, e che ha costretto la squadra a rinunciare in un colpo solo all’asse play/pivot.
Per fortuna i miei compagni si sono dati da fare e dando ognuno qualcosa in più, hanno sopperito alle nostre assenze.
Adesso sono pronto al rientro e spero di riuscire ad alleggerire il peso e il carico che hanno dovuto sopportare in questo periodo anche per me, portando tanto entusiasmo e soprattutto una gran voglia di mettermi in gioco di nuovo.
D: La Robur Falconara Basket è stata protagonista fino ad oggi di un Campionato fatto di alti e bassi, l’ultimo raggiunto con la sconfitta casalinga di domenica contro Recanati. A cosa sono dovute secondo te queste fasi altalenanti, che sembrano obiettivamente difficili da gestire?
R: Dirò una cosa già detta, ma gli alti e bassi purtroppo sono la conseguenza di come ci alleniamo. E con questo non voglio incolpare nessuno, anzi, devo dare merito ad Andrea ed Alessandro (Reggiani e Rocchetti, ndr) che, nonostante le difficoltà oggettive, continuano sempre a stimolarci con nuove sfide sia tecniche che mentali.
Il problema è che siamo a ranghi ridotti ormai da un po’, allenarsi in sette o otto non è facile in nessuna categoria e si paga poi in partita, dove reggi per tre quarti e arrivi a giocarti l’ultimo mentalmente sfinito. Il mio compito da domenica sarà quello di portare un po’ di ossigeno e guidare, questa volta dal campo, i miei compagni ad invertire la tendenza.
D: A proposito di domenica, è arrivato il momento di Urbania, squadra che conosci molto bene.
R: Urbania è una squadra davvero tosta, molto ben allenata e che vanta una difesa solidissima. Soprattutto quando gioca in casa poi, riesce a mettere a referto anche tanti punti. Se vogliamo portare a casa la vittoria, dovremo difendere alla morte gli uno contro uno, con tanta responsabilità individuale, cercando di non andare in rotazione perché poi bisogna dare merito a loro di riuscire a punire ogni piccolo errore.
Ufficio Stampa Robur Falconara Basket
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