Lui e capitan Tessitore sono gli unici riconfermati di quella squadra che ha saputo portare la Sandretto Falconara Basket in Serie B. Proprio quel campionato che Simone Pozzetti ha già disputato in altre occasioni ma senza mai riuscire ad avere continuità vuoi anche per la sua ancor giovane età. Gli esordi con la Stamura Ancona, stando ai margini della prima squadra in B1 nel 06/07 a sedici anni, poi ecco la B2 nei tre anni successivi, due ancora nel capoluogo e uno a Recanati con la vittoria e promozione. Torna ad Ancona ma in C, altra promozione e ancora Serie B nella stagione 12/13. Stessa categoria l’anno dopo a Porto S.Elpidio e l’anno scorso ancora un passo indietro nella però avvincente prima esperienza falconarese in C. Ora Pozzetti vuole fermare l’ascensore, o magari spingere il bottone che porta ai piani alti. Quest’anno sembra la volta buona per potersi affermare definitivamente in questa categoria, e la stagione 15/16 potrebbe essere quella della definitiva consacrazione di un giocatore che comunque a 25 anni arriva al suo nono torneo tra B e Serie C. Oltretutto per “Pozzo” l’annata sportiva appena inaugurata significa giocare sotto casa, in quel Palarossini dove è cresciuto sin dall’epoca del minibasket. E allora per il lungo dorico svezzato a pane e basket (mamma e papà ex giocatori, quest’ultimo ora assistente allenatore a Recanati in A2, e un fratello minore classe 2000 di belle speranze) ecco l’alba di una stagione tutta particolare e tutta da vivere.

Torni in Serie B al Palarossini ma con la maglia della Sandretto Falconara. Sensazione strana?
“ Giocare al Palarossini fa sempre piacere, e non nascondo anche una specie di emozione. E’ il palasport dove sono cresciuto ed è praticamente la mia seconda casa avendoci giocato sin dal minibasket. Lo faccio con grande entusiasmo e anche orgoglio perchè indosso una maglia diversa che rappresenta una Società che vuole crescere. Credo inoltre che sia una struttura adatta a ospitare un campionato importante come quello che siamo per affrontare”.

Un tuo primo giudizio sulla nuova squadra. Due conferme e tutti volti nuovi rispetto all’anno scorso. Ci vorrà certo del tempo per assemblare correttamente i pezzi ma vivi già la consapevolezza di essere all’interno di una formazione importante?
“La squadra è molto forte. Già da tempo si parlava della volontà di costruire un gruppo che sia stato in grado di poter lottare per il vertice. I ragazzi sono molto bravi e dentro lo spogliatoio si è creata già una bella atmosfera. Le sensazioni dopo una settimana di allenamenti sono molto buone e ognuno di noi ha le motivazioni a mille. Ora sta a noi dimostrare sul campo quello di cui siamo capaci. Siamo senz’altro partiti con il giusto atteggiamento anche se di lavoro da fare ce n’è tantissimo”.

Siamo a un mese dall’inizio del campionato. Che Serie B dovremmo attenderci?
“Sarà un campionato durissimo e andremo a giocare in campi caldi dove ci vorrà il massimo impegno da parte di tutti per portare a casa i due punti. Le nostre avversarie sono tutte molto valide e costruite per fare bene, ci sono piazze importanti tradizionalmente molto legate alla pallacanestro e giocatori di categoria. Il fatto di essere il terzo campionato nazionale dopo Serie A e A2 ha sicuramente alzato il livello”.

Tralasciando per un attimo il gruppo, quali sono i tuoi obbiettivi personali?
“Mi pongo dei traguardi molto semplici ed essenziali. Allenarmi con il massimo impegno e intensità, come credo di aver sempre fatto, e senza mai fare un passo indietro, stando sempre sul pezzo. Questo è un campionato molto diverso rispetto alla Serie C che abbiamo vinto l’anno scorso, ci sarà molta più fisicità e tecnica e nel momento in cui mi verrà data la possibilità, voglio dare una mano ai miei compagni e dimostrare che in questa Serie B ci posso tranquillamente stare”.

A livello personale ci sono anche gli studi da completare.
“Assolutamente si parallelamente c’è la laurea (in Scienze del Turismo alla Facoltà di Macerata n.d.r.) per la quale manca davvero poco.”

Un anconetano ad Ancona non con la maglia della Stamura. Non fa uno strano effetto?
“In effetti si, sudare su questo parquet e indossare una maglia che non sia quella biancoverde è per me una cosa inusuale almeno adesso, poi ci farà l’abitudine. In questi giorni vedo proprio quella squadra magari allenarsi dopo di noi e provo un grande affetto verso quei colori, questo è innegabile. Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti e ogni tanto proprio in occasione degli incontri prima o dopo gli allenamenti rimango a fare due chiacchiere e risate con loro. Faccio anzi un grosso in bocca al lupo a loro per il prossimo campionato di Serie C”.

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